2017-2018 Archivio

Giovanissimi B, chiacchierata con Giovanni Favro

Giovanni Favro è un giocatore della formazione più giovane dei Giovanissimi, la B. Titolare, ora, difensore centrale precisamente. È nato il 3 aprile del 2004 e gioca da sei anni con i colori della Julia. Lo abbiamo incontrato per farci dire come è andata questa Stagione che ha visto la sua Squadra ottenere il riconoscimento della Coppa Disciplina.

  • Allora Giovanni, come è stata questa Stagione?

Dal punto di vista dei risultati è stata una stagione così così nella prima parte. Ma poi i miglioramenti sono stati importanti.

  • E del Gruppo cosa ci puoi raccontare?

Il nostro è un bel Gruppo, siamo molto uniti. In campo ci sosteniamo a vicenda, nessuno è la prima donna e se ci sono errori tutti sono pronti a sostenere e incoraggiare chi sbaglia. È un insegnamento del Mister (Francesco Ghedini , ndr) che ognuno ha fatto proprio.

  • Ho una curiosità che mi voglio togliere subito: come siete messi con i portieri? È un argomento cui sono molto sensibile.

Siamo messi bene. Sono due e ed in questo anno sono migliorati tantissimo.

  • Coppa Disciplina: un bel successo!

Seguiamo le indicazioni di Mister Ghedini e ci comportiamo di conseguenza. Il Mister ci sprona a svolgere bene il nostro compito e a mantenere un comportamento onesto, leale, a non fare i furbi. Per esempio, se siamo certi che una rimessa laterale è nostra si raccoglie subito la palla altrimenti la si lascia agli avversari. È un principio di rispetto che il Mister ci ha insegnato e che chiede di tenere verso l’avversario e verso l’arbitro. Ma anche verso il Mister, verso i Dirigenti, in campo  e nello spogliatoio.

C’è da dire che non tutte le Squadre si comportano allo stesso nostro modo, ce ne sono che cercano le furbizie. Ma per noi non cambia nulla.

  • Cosa hai imparato quest’anno?

Ho imparato tanto. Tecnicamente il Mister mi ha insegnato molto ma il maggior miglioramento è stato nello stare in campo. È migliorata la mia visione di gioco e la consapevolezza. Prima mi liberavo in fretta della palla ora invece sono più sicuro e la gioco con tranquillità con i compagni. Un aspetto che il Mister cura con tutti, non solo con me. E mi ha dato sicurezza anche nella marcatura, facendo sì di stare più vicino all’avversario, facendo valere la fisicità ma senza comportamenti scorretti. Una cosa che prima non avevo, mantenevo le distanze con una marcatura blanda. Ora invece ho imparato a mettere subito in difficoltà l’avversario con il pressing.

Ma il Mister lavora anche con chi la palla la tiene troppo. E infatti il gioco è migliorato, alcune volte anche tra un tempo e l’altro.

  • Per la prossima stagione ? Confermi la presenza? Stesso ruolo?

Si, continuo, sempre in difesa, è un ruolo  in cui mi trovo bene.

  • Come si comporta la Squadra con Mister Ghedini?

La Squadra sente l’umore del Mister e si comporta in modo diverso se è nervoso o se è  disteso. Se alza la voce per esempio siamo meno tranquilli, giochiamo più nervosamente, riescono meno bene le cose. È capitato anche che l’abbia fatto per mostrarci che con le urla non si gioca meglio. E infatti è accaduto proprio così, anche se sono i giocatori a urlare.

  • Oltre agli insegnamenti che ci ha già raccontato, cos’altro ha dato alla Squadra?

Il Mister punta molto anche sulla Squadra. Ci dice che giocare da soli non porta a nulla, che anche i migliori devono mettersi al servizio della Squadra, da soli non potrebbero vincere nulla, è sempre la Squadra che vince, o perde. Ma lo dice responsabilizzando i più bravi, perché capiscano che così rendono più forte la Squadra, con il loro apporto. A metà stagione uno non ha accettato e se n’è andato, anche se forse non era l’unica ragione. Il resto della Squadra invece ha continuato senza dubbi.

  • Hai avuto modo di provare l’esperienza della Rappresentativa. Che te ne è parso?

È stata una bella esperienza, non proprio facile, ma bella. All’inizio ci si trova con compagni nuovi che non si conoscono ed in campo non si capisce bene cosa fare. Per fortuna c’erano un paio di miei compagni ma alla fine ero da solo e non era semplice. Ma ho conosciuto altri ragazzi, un nuovo Mister e alla fine è stata una bella esperienza, anche se non ho potuto partecipare alle partite finali. Ecco, c’era una differenza tra il nostro Mister e quello della Rappresentativa: con Ghedini la partita inizia nello spogliatoio, dove iniziamo a concentrarci. Con la Rappresentativa lo spogliatoio era più vivace, si scherzava. Penso che fosse proprio perché non ci si conosceva e non c’erano altre occasioni per fare Gruppo.

Con questo passaggio sull’esperienza con la Rappresentativa distrettuale si chiude questa chiacchierata con Giovanni, che ringraziamo per la disponibilità (curioso, anche l’ultima chiacchierata era con un Giovanni, Bottos precisamente; a parte l’età c’è qualche somiglianza nell’impostazione di entrambi).

Interessante quello che ci ha detto. Quanto ottenuto dal Settore Giovanile in questa Stagione – dal comportamento ai risultati sportivi – è il risultato della rotta intrapresa dalla Società in questi ultimi due anni. E Giovanni ne è, come dire …, un testimonial, come crediamo lo potrebbero essere i suoi compagni. Nonostante la giovane età ci ha raccontato con consapevolezza questo cambiamento. Tecnica, lealtà, rispetto, disponibilità al cambiamento, Squadra, servizio, sono concetti che i Giovanissimi B, ma non solo loro, hanno fatto propri e messo in pratica sia in campo sia fuori. Concetti che a ben guardare sono “esportabili” anche al di fuori della pratica sportiva e che possono indirizzare i nostri giovani giocatori sulla strada che li farà diventare giovani uomini.