CONCORDIA SAGITTARIA (Venezia)

A pochi chilometri dalle spiagge di Caorle e Bibione, attraversata del fiume Lemene, Concordia Sagittaria offre un notevole percorso archeologico risalente all’epoca romana. E’ l’antica colonia romana di Julia Concordia, fondata nel 42 d.C. all’incrocio della Via Annia con la Via Postumia. Concordia partecipò attivamente alla vita dell’Impero diventando un avamposto militare per contrastare le invasioni barbariche. Fu rasa al suolo, alla metà del V sec. d.C., dagli Unni di Attila.

Piazza Celso Costantini.

Sarà la Chiesa a raccoglierne l’identità culturale. Il Cristianesimo si diffuse rapidamente, la ricchezza della vita culturale e religiosa dei primi secoli del Cristianesimo, espressione della quale sono due insigni figure quali il monaco Paolo nel III sec. e l’esegeta Rufino nel IV sec., dà spessore storico alla tradizione dei 72 martiri concordiesi uccisi durante la persecuzione di Diocleziano del 304 d.C., le reliquie dei quali, conservate in una teca all’interno della Cattedrale Santo Stefano, sono oggetto ancora oggi di culto.

Tra il 381 e il 389 d.C. demolendo una grande “domus” del I secolo d.C., la comunità cristiana di Concordia, organizzata già dal III sec. sotto la guida di un sacerdote, iniziò la costruzione di una grande basilica (40x20m.) a tre navate, con abside interna a pavimento mosaicato (vedi mosaico) per accogliere le reliquie di S. Giovanni Battista, S. Giovanni Evangelista, S. Andrea, S. Tommaso e S. Luca. 
Cromazio, vescovo di Aquileia, consacrò nel 389 d.C. la basilica Apostolorum.

Dal sermone da lui pronunciato in tale occasione (che ci è pervenuto lacunoso in alcune parti) si evince non solo una lode alla fede ed alla laboriosità dei cittadini concordiesi, ma soprattutto l’elezione della stessa Concordia a sede episcopale, titolo che mantiene tuttora.
Nel maggio del 391 Concordia ebbe l’onore di una visita degli Imperatori Teodosio e Valentiniano II che da qui promulgarono i due editti “De fide Testium” e “De apostatis”.

Per Concordia fu però più nefasta di Attila la terribile alluvione del 589 d.C. (ricordata da Paolo Diacono nella sua Historia Langobardorum) che coprì il territorio di un alto strato di fango e detriti portati dalle piene dei fiumi, stravolgendo la morfologia dei luoghi.
La popolazione che aveva abbandonato il territorio, appena possibile rientrò e pose mano alla ricostruzione sotto la guida del suo vescovo.
Crollata la basilica Apostolorum Maior, si ricostruì una seconda basilica di cui rimane un tratto di muro sopra l’abside della prima chiesa. Da reperti quali capitelli, plutei, ambone, pilastrini che si trovano nel museo civico, in cattedrale ed in altri luoghi, possiamo avanzare l’ipotesi che questa seconda basilica fosse riccamente decorata. Nei primi decenni del X secolo Concordia subì l’invasione degli Ungari che distrussero nuovamente gli edifici.

I resti più importanti si trovano nella Piazza della Cattedrale di Santo Stefano al di sotto e a fianco della Chiesa. Si tratta di un complesso di monumenti, portati alla luce dal 1950 al 1970, che oltre alla basilica Apostolorum, comprende dei sepolcreti a tre nicchie ciascuno, con numerosi sarcofagi con tetto spiovente ed acroteri.
Due tombe a fossa racchiudono i resti di due bambini Marsilla e Cirino.
Le lastre tombali portano incise iscrizioni funebri, la prima in latino, la seconda in greco
Spicca quello di Faustiniana, dotato di altare posto dinanzi al bel sarcofago in marmo greco.
Al centro del sarcofago, sulla “tabula”, c’è l’iscrizione che ricorda la nobildonna romana e ai lati sono scolpiti finemente simboli cristiani.
Il recinto di Faustiniana resta uno dei primi esempi di sacello funerario dotato di altare.

Davanti ad essi si sviluppa uno dei più antichi monumenti cristiani del Veneto, una trichora, edificio a tre absidi, eretto originariamente alla metà del IV sec. d.C. come tomba monumentale per onorare le reliquie di martiri, poi divenuta, con l’aggiunta di un avancorpo a tre navate, una piccola basilica con cortile antistante e zona sepolcrale con sarcofagi iscritti e anepigrafi a fianco.
Al centro del pavimento si trova un loculo cruciforme nel quale venivano custodite le reliquie dei Martiri.
Il loculo era chiuso da una lastra di pietra sulla quale trovavano collocazione quattro colonnine che sostenevano la mensa per il sacrificio eucaristico.

Tra il 1089 e il 1005 fu costruito dal vescovo Reginpoto, il battistero che sovrasta gli scavi e ripete fedelmente il modulo architettonico dell’antica trichora. Sul fianco settentrionale della trichora, di cui utilizza una parte, e del suo cortile si sviluppa una grande basilica.
La costruzione è in stile romanico con influenze bizantine e attraverso un piccolo atrio a capanna, si entra in un vano a croce greca su base quadrata, aperta a trifoglio, con tre absidi semicircolari e soffitto a cupola. 
Il battistero è decorato da affreschi: nella cupola e sul tamburo sono raffigurati Cristo benedicente, angeli, profeti ed evangelisti con i loro simboli.
Nella calotta absidale è affrescato il battesimo di Gesù e nelle nicchie sottostanti sono raffigurati apostoli, santi e personaggi biblici.
Il Battistero di Concordia, allo stato attuale, rimane l’unico battistero dell’ XI secolo in Europa a conservare la decorazione originale pressoché interamente leggibile dal punto di vista iconografico.

In via San Pietro, da vedere anche i resti del Ponte Romano, manufatto che collegava la città alla Via Annia, attraversando un antico alveo che gli studiosi ritengono possa essere stato del fiume Reghena. Il percorso archeologico porta anche ai resti delle Terme, oltre ad una serie d’importanti reperti in Via Pozzi Romani. Da visitare, al piano terra del Palazzo Municipale, il Museo archeologico ed il più ampio Museo Nazionale Concordiese, che si trova a pochi chilometri, nella vicina Portogruaro.